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Causa di beatificazione Luisa Piccarreta la serva di Dio. sito ufficiale Fiat
Iniziative - III° Congresso Internazionale
 
La santità di vita della Serva di Dio Luisa Piccarreta
   Arcivescovo Mons. Giovanni Battista Pichierri

 

Credo che, dopo esserci nutriti della parola di Dio, del Pane vivo disceso dal Cielo e del nutrimento corporale, credo che tutti stiamo meglio e credo anche che ci sentiamo tutti fratelli, figli dell’unico Padre, famiglia di Dio. Vivere nel Divin Volere significa proprio questo, essere Chiesa di Gesù Cristo, corpo mistico di Gesù, membra di un unico corpo, il corpo di Gesù. Lo scopo, la finalità di ogni convegno, ogni congresso è qui, in particolare questo 3° convegno internazionale della Serva di Dio Luisa Piccarreta ha proprio lo scopo di essere uniti, concordi nel promuovere la spiritualità del Divin Volere. Sarebbe una contro testimonianza se noi fossimo divisi, ecco perché amavo sottolineare nella mia omelia l’importanza di partire dall’Eucaristia, di nutrirci dell’Eucaristia per essere Eucaristia nel mondo. Luisa Piccarreta è senz’altro un modello eucaristico. Ma, mi addentro subito in questa relazione che non è lunga, è breve, proprio perché non si diventi parolai parlando di Luisa, ma ricercatori contemplativi perché c’è tanto da scoprire attingendo dai suoi scritti che costituiscono per noi il secondo impegno, ricordo quando ci siamo trovati qui nel il secondo congresso internazionale, non eravamo tantissimi come ora, eravamo una quindicina, però ricordo che prendemmo degli impegni ben precisi e sostanzialmente erano due gli impegni: conoscere Luisa e non permettere di divulgare i suoi scritti che richiedono un attento discernimento critico, viene richiesto dagli stessi scritti, sapete, quel lavoro che fece allora il Padre Annibale, oggi Santo, accompagnando nell’ esperienza di fede, da direttore di spirito Luisa. Quello che fece per i primi diciannove diari è necessario farlo, oggi da parte nostra, per il resto dei diari, sono trentasei perché richiedono davvero di essere approfonditi. E allora inizio subito a trattare questo tema: la santità della Serva di Dio Luisa Piccarreta. Se ne continuerà a parlare, ci sarà un documentario, ci sarà un altro intervento, quello di Padre Pablo. Mi sembra importante questa premessa: il 20 novembre 1994 il mio predecessore, S.E. Mons. Carmelo CASSATI apriva il processo diocesano di beatificazione di Luisa Piccarreta. Il nostro pensiero va a lui in questo momento e ci uniamo alle sue intenzioni, Mons. CASSATI è sofferente anche lui in quest’ora proprio perché egli si possa un ire con la sua sofferenza a quanto noi stiamo vivendo in questo convegno. Il Vicario ha un messaggio da leggere, quindi mi dice il Vicario che ha telefonato, ha dato tutta la sua solidarietà, chiede scusa, perché in effetti non può muoversi, non ha l’abilità facile, non dico di un giovanetto ma almeno di un uomo, è sofferente proprio nelle gambe, nella deambulazione. E quindi il 20 novembre 1994 Mons. CASSATI apriva, nella solennità di Cristo Re dell’Universo, il processo diocesano per la ricognizione delle virtù eroiche della Serva di Dio Luisa PICCARRETA. Egli dava ragione di questo atto, che rappresenta uno dei più elevati nell’esercizio del magistero di un Pastore, esprimendosi in questo modo: “…Quel Fiat, -l’abbiamo visto questa mattina in quella bellissima danza quando finalmente è apparso il tema di quella danza: Fiat!- Quel Fiat che Luisa ripeteva continuamente era un desiderio immenso di fare soltanto la volontà di Dio, e lei presentava questo Fiat anche con l’immolazione di se stessa. Tantissimi anni, quasi tutta la sua vita, circa settant’anni, in un letto e molte volte anche con dolori e alle prese con tanta parte della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo. - Pensiamo anche alle prove che Luisa ha subito da parte del demonio - ...Agli occhi di Dio è stata la vita di chi liberamente è salita sulla Croce e avendo conosciuto la Volontà di Dio ha detto: "Eccomi, sia fatta la Tua Volontà, non tre anni, non tre giorni sulla Croce, ma sessant'anni sulla croce di un letto. Questa immolazione, questa offerta entra direttamente nel Calice della Passione e morte di Nostro Signore Gesù Cristo; e Luisa diventa con la sua immolazione colei che ripara, che compensa i peccati degli altri e allora questa vita diventa eroica. Dio l' ha voluta in vita soltanto perché gradiva l'immolazione sua fatta liberamente e davanti a tanta generosità non c'è da meravigliarsi allora se Luisa abbia avuto anche delle intuizioni particolari come risulta anche dai suoi scritti... ... Non ci meravigliamo se Dio a un certo momento dice: "Anima, mi vuoi dare una mano? La mia Redenzione certo basta, ma io ho bisogno di altre anime che si associno a me in questo Calvario, in questa immolazione, perché l'uomo non si stanca mai di offendere Dio..” Vi ho citato una parte che tenne Mons. CASSATI ripresa da registrazione. Mons. Cassati poi esortava a lavorare secondo i tempi di Dio e non frettolosamente, come può capitare a noi. Io ricordo quando nella successione all’Arcidiocesi Mons. CASSATI mi parlava del processo diocesano della Causa di Beatificazione di Luisa e mi descriveva la portata di questo fenomeno e mi diceva: guarda tu noterai che Luisa è più conosciuta in America e in altre parti del mondo che non a Corato. Che non nella Diocesi. Io mi chiedevo perché e poi mi pare di aver capito il motivo: perché gli scritti sono volati in ogni parte del mondo. Invece qui gli scritti sono stati tenuti con molta prudenza da Mons. CASSATI, messi nella mani di censori teologi resi partecipi in quel consiglio diocesano che egli volle costituire proprio per rendere tutte le diocesi partecipe di questo fenomeno in attesa di una edizione critica, in modo che da quella edizione si possa dire: questo risulta dagli scritti di Luisa. Se ci sono punti che richiedono approfondimenti che possano aprire il fianco a critiche negative, ecco si sappia che Luisa non aveva intenzione di far danno scrivendo quelle cose perché c’è un atto di sottomissione così solenne all’autorità della Chiesa che, come voi già sapete, in un certo periodo della sua vita requisì questi scritti e li tenne chiusi, poi furono riconsegnati proprio per il processo canonico diocesano. Da quel 20 novembre 1994 sono passati circa undici anni. II 29 ottobre 2005 avrò la gioia di dichiarare chiuso il processo diocesano in ordine alla beatificazione della Serva di Dio "Luisa Piccarreta", mettendo in evidenza le testimonianze sulla sua fama di santità eroica e della elevatezza della spiritualità del Divino Volere, così come emerge dai suoi scritti che richiedono ancora di essere pubblicati in edizione critica ed approfonditi nei loro contenuti di fede riguardanti appunto la specifica spiritualità che esplicita e dà forza alla richiesta contenuta nella preghiera del Signore Gesù: "Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra" (Mt 6,10-11 ). In quel secondo convegno internazionale due furono gli impegni: conoscere Luisa e quindi impegnarci a dare una biografia critica, vi dirò abbiamo delle biografie che sono ben impostate, ma una biografia critica non l’ abbiamo ancora, perché la biografia critica deve essere supportata da testimonianze e questo finalmente lo potremo avere proprio chiudendo l’inchiesta sulle virtù di Luisa. Dopodomani, ve ne parlerà poi il Postulatore. È stato fatto un lavoro veramente certosino ed io ringrazio il tribunale ecclesiastico e il postulatore che si è poi adoperato ad affiancare tutto quanto il tribunale aveva compiuto dando la giusta forma, la forma canonica, perché ci sono delle regole , delle procedure così chiare, così precise da parte della Congregazione dei Santi che bisogna rispettare, se non si rispettano già si ha un no nella consegna dei documenti, dicono non è secondo le norme e quindi respingono tutto indietro. Noi vogliamo far conoscere Luisa attraverso una biografia critica. La conoscenza che voi avete è sostanzialmente valida, buona, ma quella che potrete avere dopo la chiusura del processo sarà veramente eccezionale perché è una biografia supportata da testimonianze. Secondo impegno invece era quello di una edizione critica degli scritti. Circa la fama di santità della Serva di Dio in base alle testimonianze raccolte, non c'è ombra di dubbio. Io vescovo mi sono fidato del tribunale, mi son fidato del postulatore, li ho nominati io, e quindi mi sento sereno, confortato da un lavoro condotto nella preghiera, nello studio, con uno spirito di servizio per il Regno di Dio. Tutto quello che è stato fatto dal tribunale, dal postulatore rientra appunto nel programma del Divin Volere. Perché negli scritti ad un certo punto si legge quando dice Luisa: Ma, io ho scritto ma che fine faranno questi scritti? E il Signore le fa capire: Non ti preoccupare, ci sto io qui, arriverà il tempo quando tutto sarà messo in luce. Non siamo presuntuosi, noi abbiamo ancora bisogno di conoscere Luisa e abbiamo soprattutto bisogno di conoscere quello che il Signore ci chiede attraverso questo particolare carisma del Divin Volere. Ora vorrei tratteggiare un profilo sintetico, e vien fuori questa, direi, delineazione di Luisa PICCARRETA: Luisa Piccarreta (23.04.1865 - 04.03.1947) godeva, a voce di popolo, già in vita dell'appellativo di santa; e ancor oggi, così è chiamata in Corato la sua città natale: "Luisa la santa". Ciò non costituisce il voler prevenire l'inappellabile giudizio spettante solo all'autorità del Santo Padre. Quando si dice Luisa la santa non si intende scherzare per i coratini, ma si intende indicare quella creatura che i coratini sanno che ha vissuto per circa settant’anni nella sofferenza facendo tutto il bene che il Signore ha voluto compiere attraverso lei. È un giudizio spontaneo del popolo, colpito dalla semplicità, dalla trasparenza e dalla bontà di Luisa. Luisa non è una barzelletta per Corato, state attenti, è una creatura semplice, trasparente e buona. In Luisa non si sono mai riscontrati clamorosi e straordinari fenomeni ostentati ad arte. Ha vissuto per oltre settant'anni nella sofferenza, unita a Gesù sofferente, uniformandosi alla volontà di Dio, alla quale si consacrò con voto di vittima e con la grazia da lei voluta di non avere segni visibili nel corpo. Si parla anche delle stimmate nascoste di Luisa, ma non apparivano, come apparivano a Padre Pio da Pietralcina, oggi San Pio. Ha vissuto impegnata nel lavoro, a lei possibile, il lavoro del ricamo a tombolo, circondata da allieve, in uno stile di povertà e di distacco assoluto dai beni terreni, in un clima di continua preghiera. Si può dire: respirava in Dio. E la preghiera è proprio questo: respirare in Dio, respirare con i polmoni di Gesù. Nella quotidianità dei suoi doveri, un solo fenomeno straordinario: il regime della sua alimentazione e quell' irrigidimento corporeo notturno che lei chiamava "il solito mio stato". A dire di quanti l' hanno assistita, Luisa si alimentava pochissimo, senza danno alcuno alla sua salute. Di una cosa non poteva fare a meno: della Santissima Eucaristia. Racconta nella sua autobiografia che già adolescente, cito: “la Comunione diventò la mia passione predominante. In essa accentrai tutti i miei affetti. Ero contenta di sentire parlare Gesù, e quanto mi costò l'essere priva, perché ero costretta dalla famiglia ad andare insieme alla masseria, dove dovevo restare per lunghi mesi senza Messa e senza Comunione”. Certamente avete letto o leggerete quello che lei chiedeva al Papa Pio XII, questa figlia della Chiesa perché non deve ricevere l’ Eucaristia, ammalata nel letto e quindi lei implorava dal Santo Padre il permesso, l’ indulto che si potesse celebrare l’ Eucaristia accanto a lei. Alimentava la sua vita interiore con la preghiera. Il suo colloquio col Divino Sposo si protraeva lungamente nella notte provocandole l'irrigidimento delle membra, dal quale si poteva riavere solo per obbedienza al sacerdote che si recava quotidianamente in casa per la celebrazione della. S. Messa o per la Comunione eucaristica. Afferma don Benedetto CALVI, ultimo confessore e impareggiabile diffusore della sua figura e dei suoi scritti, cito: "Il suo lettino si cambiava in una meravigliosa cattedra dalla quale, con sapienza e unzione divina, intimamente cambiava le anime. Non pochi uscivano dalla sua stanzetta visibilmente mutati, stupiti e commossi, e...pronti a purificarsi con una santa Confessione". E qui notiamo l’ apostolato di Luisa. È l’apostolato dell’esempio. È l’apostolato del santo contagio. Parlerà di questo Paolo VI nell’ Evangelum Nuntianti, annunziare il Regno con la vita. Parlerà diffusamente Giovanni Paolo II quando parlava e si continua a parlare di nuova evangelizzazione: annunziare il vangelo con la vita. Questo faceva Luisa. La spiritualità che contraddistingue la vita, il parlare e gli scritti della Serva di Dio è “vivere nella Volontà di Dio”. Non tanto fare la Volontà di Dio, ma vivere nella Volontà di Dio, che significa vivere con Cristo, in Cristo, per Cristo. Ogni spiritualità ha una tonalità che si distingue dalle altre è che marca ancora di più il significato, il valore della parola stessa di Dio. Ora la spiritualità di Luisa è proprio questa: far comprendere in pienezza quello che diciamo nel Padre Nostro si faccia la Tua Volontà come in Cielo così in terra. Sappiamo anche che nel Padre Nostro vi è tutto il programma del Regno. Se tu vuoi esser santo traduci il Padre Nostro nella tua vita e certamente sarai Santo. Ebbene Luisa ha tradotto il Padre Nostro nella sua vita dando una tonalità, quella di vivere nella Volontà di Dio,attenti, non per sue capacità umane, ma perché lo Spirito Santo l’ ha illuminata interiormente e le ha fatto gustare nella contemplazione Gesù che è la Volontà del Padre donata a noi, quel Gesù che ci chiede di essere inseriti in Lui come i tralci nel ceppo della vite. Allora vedete che Luisa non ha la presunzione di dare una nuova rivelazione ma di far comprendere la divina rivelazione con una accentuazione fortissima, che lo Spirito santo accende nel suo animo, appunto quello di vivere nella Volontà di Dio. “Essere la piccola figlia del Divin Volere”, “La missionaria del regno della Volontà di Dio”, alla luce dell'affermazione di Gesù: "Mio cibo è fare la volontà dì Colui che mi ha mandato" (Gv 4,34). Ciò che colpisce in Luisa è la sua imperturbabilità. Questo lo si dice di tutti i Santi, nella vita di tutti Santi, leggendo biografie di santi critiche noi possiamo scorgere questa virtù dell’imperturbabilità perché mi devo affannare, io sono nelle tue mani,oh Padre, per cui nulla mi spaventa, nulla mi turba perché io sto in Te, con Te. Affrontò sofferenza e prove sempre sorretta dal Divino Volere che ella andava comprendendo sempre più attraverso le illustrazioni interiori e le parole che Gesù, suo unico Maestro le diceva. Quanto lei ci ha lasciato scritto nei trentasei diari e nei libri di pietà e di meditazione, costituiscono un vero e proprio itinerario di vita ascetica e mistica che eleva l'anima di chi li legge, credente in Dio uno e trino con un fervore sorprendente ed appagante. Mi ha commosso sensibilmente la testimonianza di un confratello sacerdote il quale mi diceva quanto Luisa ci rende vigorosi nello spirito, e non è l’unica testimonianza che io ho ascoltato. Il questi sei anni di permanenza in Diocesi ho ricevuto tante visite da parte di tanti di voi provenienti dagli Stati Uniti, dalla Colombia, dal Messico e da altre parti del mondo, ma anche in Italia, penso Caserta, penso Brescia, penso Milano, i quali mi hanno sempre detto questo, anche lasciando testimonianza scritte: Luisa mi ha convertito, Luisa mi ha fatto capire cosa significa questa Volontà di Dio nella mia vita. “Maestra e missionaria del Divino Volere”, lo propone non “con parole di sapienza umana” in un areopago di sapienti della terra, ma come frutto del suo amore verso Dio e il prossimo come umilissima donna del popolo con un grado di cultura appena elementare, con un'esistenza quasi da seppellita e "nascosta con Cristo in Dio" (Col 3,3). Vedete, gli scritti e la fatica che noi dobbiamo ancora affrontare organizzandoci, vi dico subito che l’impegno grande che io assumo dinnanzi a voi in questo 3° convegno internazionale è proprio questo. Mentre nel secondo vi dicevo vorrei mettere nelle vostre mani una biografia critica, l’impegno che io dichiaro a voi, ed è quello che ci proponiamo di raggiungere nel secondo, è darvi quanto prima una edizione critica degli scritti di Luisa. Cominceremo da quelli più sicuri, perché abbiamo scritti su cui non c’è dubbio perché è stato già fatto un lavoro di discernimento, però non un lavoro critico e spero, attraverso una equipe di teologi di lavoro seria di potervela consegnare man mano che si raggiungono i frutti maturi, ma mi auguro di potervi dare tutta l’edizione critica sugli scritti di Luisa. Proprio perché possiamo offrire alla Chiesa questo dono che Dio ha inteso fare attraverso questa piccolissima sua Serva Luisa, dando serenità ai vescovi che hanno il compito del discernimento i quali giustamente devono seguire i loro fedeli, i loro gruppi con grande attenzione, verificando se gli strumenti che usano per la vita cristiana sono sicuri, sono conformi alla divina rivelazione, al magistero delle chiese, in altri termini che non contengano errori. La virtù sovrana di Luisa, vi parlavo di imperturbabilità che è grande e lei dava serenità a tutti e lei incoraggiava tutti. Vedete Luisa è la donna della speranza. Oggi la Chiesa in Italia sta annunciando Gesù Risorto speranza del mondo, sottolineando la virtù della speranza. Luisa è donna della speranza e qui posso dirvi che nel IV Convegno nazionale che si terrà a Verona l’anno prossimo proprio sul tema: “Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo.” L’organizzazione centrale ha chiesto a tutte le regioni dei testimoni di speranza, soprattutto laici e la regione Puglia ha accolto la mia proposta di dichiarare come donna della speranza la Serva di Dio Luisa Piccarreta, insieme al Servo di Dio Don Pasquale Uva, sacerdote della nostra Arcidiocesi. La virtù sovrana di Luisa è l'ubbidienza a Dio e al Magistero della Chiesa. Non soltanto a Dio, ma alla Chiesa, voluta da Dio. Per ubbidienza ella scrive; non si sognava mai questa creatura di dover scrivere, per lei era una fatica enorme, ma l’obbedienza che gli viene data dal suo confessore la sottoponeva a questo sacrificio. Quando l'autorità della Chiesa ritirerà tutti i suoi scritti ella sottoscriverà questa dichiarazione: "Se la Chiesa considera falso tutto quello che ho scritto, voi lo dovete considerare falso" (Cfr Atto di sottomissione scritto da Luisa Piccarreta in data 19.10.1938 e inviato a Roma tramite l'Arcivescovo Giuseppe Maria Leo). Il quale, anche lui fu obbediente nel consegnare tutti gli scritti di Luisa, però rimaneva anche lui critico nel senso che diceva: “ma non mi spiego come mai questa creatura illetterata abbia potuto tradurre questo pensiero così elevato”, evidentemente c’era da seguire Luisa. Il Signore scrive diritto anche su righe storte, si dice. E quindi, quello che si è detto questa mattina, il fatto che tutti gli arcivescovi e ne siamo ormai sette, il fatto che tutti gli Arcivescovi hanno seguito Luisa e si sono interessati di Luisa post mortem, anche questo un segno da saper leggere. Dalla conclusione del processo si può ricavare questo profilo peculiare della Serva di Dio: apostola della sofferenza salvifica. Sant’Annibale Maria di Francia la definì: Vergine del Signore e colomba ferita che cerca il suo Signore. Il riferimento magistrale a tale riguardo può essere l'enciclica di Giovanni Paolo II “Salvificis doloris”. “L' uomo contemporaneo, che si fida nelle certezze delle sue conquiste scientifiche, tecnologiche e sociali, rifugge dal mistero della Croce, dal dolore, dalla sofferenza, interpretandolo quasi annichilimento della sua dignità; per cui non comprendendolo, intende eliminarlo dalla storia (vedi ad es. eutanasia, aborto, fecondazione artificiale, ecc.). In Luisa la Croce è dolore fecondo in unione a Cristo crocifisso e sempre misticamente immolato nell'Eucaristia; è un dolore pieno d'amore, volutamente nascosto e sempre in linea e in sintonia del fiat, pronunciato da Maria a Nazareth e rinnovato sul Calvario. Maria santissima per Luisa è la creatura nuova che pronuncia il fiat senza mai revocarlo. A quanti si rivolgono a lei per implorare la sua preghiera a Dio per il sollievo delle proprie sofferenze indicava la Via Crucis, le ore della Passione, da lei vissuta sino al suo "consumatum est" in quel 4 marzo 1947". (Cfr. articolo del Postulatore d. Sabino LATTANZIO e del Giudice delegato Mons. Pietro CIRASELLI, in Osservatore Romano del 04.09.2005). Conclusione Crediamo di non esagerare se affermiamo che la Serva di Dio “Luisa Piccarreta”, voluta dal Padre figlia nel Figlio, resasi docile e ubbidiente all'azione dello Spirito Santo, costituisce per la nostra Chiesa diocesana e per quanti la conoscono, e sono tantissimi sparsi in Italia, nelle Americhe, nella Colombia, nel Messico in Asia e altrove; un modello di vita cristiana attualissimo nel nostro tempo bisognoso di un supplemento di anima autenticamente cristiana. Come Pastore di questa diletta Chiesa sento la responsabilità di far conoscere la spiritualità del Divino Volere rettamente così come emerge dagli scritti della Serva di Dio esaminati alla luce della Divina Rivelazione e del magistero della Chiesa; di indicare i suoi scritti alle diocesi sorelle, laddove son presenti gruppi che si ispirano al Divino Volere, rivolgendomi ai Confratelli Pastori, cioè i vescovi, i quali hanno il compito di sorvegliare perché non si travisi il pensiero racchiuso negli scritti di Luisa, accettando gli studi seri di teologi che li presentano con un apparato critico e corretto secondo la sana dottrina della Chiesa; di rimettere alla Santa Sede il giudizio definitivo sull'attendibilità di questo processo, che stiamo per chiudere, e su un eventuale pronunciamento di beatificazione che noi auspichiamo solo per la gloria di Dio e il progresso della vita cristiana nel nostro tempo. Come frutto concreto di studio, di approfondimento, di sussidi validi per la comprensione della spiritualità del Divino Volere secondo gli scritti di Luisa, che richiedono di essere pubblicati in edizione critica segnalo alla nostra Chiesa diocesana e, se lo ritengono opportuno i Vescovi propri, alle altre Diocesi: Le biografie storiche di Don Benedetto Calvi. Quella parziale perché ne parla fino a 20 anni di Luisa di don Luigi D’Oria. FIAT, Pensieri della Serva di Dio Luisa Piccarreta sulla Divina Volontà, a cura di P. Berardino BUCCI o.f.m.capp. Riflessioni personali su alcuni brani degli scritti di Luisa Piccarreta, a cura di P. Berardino BUCCI o.f.m.capp. Segnalo anche la biografia di Padre Pablo Martin, qui presente. Santità di vita della Serva di Dio Luisa Piccarreta. Spunti per la riflessione a cura del Sac. Sergio PELLEGRINI, parroco della chiesa di santa Maria Greca dove si trova la tomba di Luisa e Assistente Spirituale dell'Associazione “Piccoli figli della Divina Volontà” in Corato. Potranno venire altre pubblicazioni però quello che io sento nella mia responsabilità, di dovervi dire, partiranno qui dalla sorgente, dalla fonte, cioè dalla Chiesa arcidiocesana di Trani – Barletta – Bisceglie - che sta presentando al Santo Padre il lavoro di ricerca. Io non do firme ad altri, tutto ciò che viene esaminato da questa Chiesa Particolare e riceve la mi firma questo è dono per tutte le Chiese sparse nel mondo. Sono a me pervenuti altri contributi da parte di teologi di altre diocesi. Questi sono all'attenzione del nostro Postulatore e dell’ equipe di lavoro costituita e potranno essere pubblicati, se ritenuti conformi all'edizione critica degli scritti di Luisa, forniti di un apparato critico che spieghi i punti contorti del pensiero della stessa Luisa Piccarreta. Questo mio pronunciamento è solo per la maggior gloria di Dio e perché risplenda la santità della Chiesa attraverso le buone opere dei figli di Dio. Amen.

Arcivescovo Giovanni Battista Pichierri

Iniziative - III° Congresso Internazionale
 
 
Interventi dell'Arcivescovo
06/11/2006 - Incontro Miami (Florida)
14/10/2006 - Lettera ai Vescovi
13/03/2006 - Èquipe di studio degli scritti della Serva di Dio “Luisa Piccarreta”
24/11/2003 - Puntualizzazione sul processo di Beatificazione della Serva di Dio “Luisa Piccarreta”
Rassegna stampa
Articolo 27/10/2005
A Corato tre giornate di confronto sulla spiritualità di Luisa Piccarreta...
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